MEET ME IN MY BOUDOIR – THE FRAGRANCE

La creazione di un profumo è un’esperienza affascinante attraverso cui frammenti della propria intimità si trasformano in
gocce dall’aroma avvolgente. Le molecole si mescolano e si legano in maniera casuale ma specifica per ogni
combinazione di essenza, proprio come gli eventi nel loro corso originano storie ed emozioni inaspettate ma decisive.
L’idea di associare un profumo ad una collezione di abiti ha lo scopo di esplorare sensorialmente l’immaginario evocato dal racconto della collezione stessa.
Tessuti, cosmetici, prodotti per il corpo, ma ancora, richiami, simboli, ideologie: una fragranza racchiude gli aspetti
più tangibili e quelli più evanescenti di un periodo preciso e delle sue storie.
Lo studio della fragranza è stato svolto grazie al prezioso contributo di un maitre parfumeur che, con la sua esperienza
pluriennale e il suo naso raffinato e perspicace, ha saputo ricreare un prodotto che rispecchiasse il concept della collezione. Nel suo laboratorio di Milano, tra flaconi e provette, almanacchi polverosi e piccoli recipienti contenenti essenze dalla scia intensa, l’alchimista ha ricostruito la piramide olfattiva aggiungendo alle note evocative appartenenti al mondo dei boudoir qualche goccia più vicina
alla personalità di Angelica. 

Nel regno di Luigi XV si riscontrò sempre maggior consumo di profumi, al punto che la corte prese l’aggettivo di “profumata”, specialmente per l’uso sfrenato di fragranze da parte di Madame de Pompadour, una tra le donne più influenti della Francia del XVIII secolo. In questo periodo erano molto in voga i profumi di origine animale come il muschio e l’ambra grigia, estremamente pungenti perché ricchi di feromoni: essi avevano la proprietà di agire, attraverso l’olfatto, sul sistema ormonale, avendo quindi un’azione estremamente seduttiva.
La corte di Vienna invece era piuttosto borghese negli usi e costumi, così agli sfacciati richiami erotici si contrapponeva una seduzione naturale con la purezza dei fiori, soprattutto veniva utilizzato il profumo per sé stessi e per essere in armonia con il proprio corpo. Il profumiere di fiducia di Maria Antonietta a Versailles era Jean Louis Fargeon, il quale ideò acque profumate alla rosa e alla violetta con una base di vaniglia, ambra e muschio.
La pratica di profumare l’intimo risale anch’essa a secoli fa. Seta, pizzo, velluto e raso sono stati spesso paragonati agli odori: materici e sensuali, richiamano alla mente profumi opulenti e sensazioni esoteriche quando indossati vicino alla pelle. Le donne usavano la fragranza anche come arma di seduzione all’interno dei boudoir, con effetti ammalianti sui loro ospiti.
La fragranza Meet in My Boudoir è calda, seducente, persistente ma intima, proprio come quelle donne che si apprestano ad incipriarsi e profumarsi alla toilette, nell’attesa di incontrare i loro graditi ospiti.
Le foglie di violetta e gli accenti di radice in testa sono note cipriate e polverose, che evocano sensazioni di tenerezza e candore, come un manto di velluto che avvolge in una morbida coccola. Il profumo pulito ed elegante del talco si rafforza nella sensazione poudrée della violetta al centro, intrecciandosi con i fiori di ylang ylang e tuberosa che per la loro natura indolica investono l’essenza di sensualità e carnalità. Nelle note di fondo, il legno di cedro riscalda e ammorbidisce la fragranza, potenziandone insieme all’ambra la cremosità, mentre si amalgama alla vaniglia che con il suo savoir-faire sbarazzino dà un tocco malizioso e gourmand. Il muschio sigilla il profumo in una sfera di cristallo e lo rende persistente e contemporaneo, come trasportato nel tempo
dal boudoir di un palazzo settecentesco al comò della camera da letto.